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sono Davide Dall’Omo, candidato unitario del centrosinistra a Sindaco di Zola Predosa, e in queste poche righe, vorrei cercare di raccontarvi da dove arrivo, le esperienze che più mi hanno formato e cresciuto, insieme al mio modo di pensare e di agire; in breve, chi e come sono. Oggi ho 43 anni, vivo da sempre a Zola Predosa e la mia storia non può che cominciare da e nella mia FAMIGLIA; la cosa a me più cara.
Figlio di operai, mamma Maria e papà Evaristo, fratello minore di Marco (ex Carabiniere, ora operatore ecologico) e cresciuto tra le colline dei gessi insieme ai nonni materni Novella e Dante, contadini, nel cuore porto loro e con orgoglio da loro parto, insieme alla famiglia allargata di zii e cugini con cui non vi è festa comandata e altra occasione famigliare che (ieri come oggi, con chi è rimasto) non si sia passata insieme; uniti, sempre; nelle gioie, come nei dispiaceri. Una famiglia che mi ha dato tutto: affetto, educazione, valori. Una famiglia da cui ho avuto “possibilità”; non economiche, ma di scelta, di studio e di impegno. È da qui che vengo. Ho vissuto l’infanzia e la prima adolescenza nelle case popolari del Comune, fin quando la determinazione, il coraggio e la lungimiranza di mia madre che guidò l’intera operazione, e il contributo di tutti, ci portarono - con l’acquisto tramite mutuo ventennale - alle case dell’allora area PEEP (piano edilizia economica popolare) di via Roma. Non mancarono le difficoltà. Al momento dell’anticipo, impegnammo i risparmi dell’intera famiglia, compresi quelli di mio fratello, da poco maggiorenne, che aveva cominciato a lavorare da qualche anno e i miei, modestissimi a confronto, frutto dei soli regali ricevuti in occasioni come la comunione, la cresima, o compleanni e poco altro. Quell’evento però, fu per me un esempio lampante e indelebile di unità, condivisione e di costruzione del futuro; attraverso il sogno (la casa), la programmazione (i conti che mia madre, la sera, faceva e rifaceva rigorosamente a mano con carta e penna), la determinazione e il lavoro quotidiano – che significano anche sacrificio – orientato a tradurre l’immaginato in realtà. Così come l’importanza e il valore di aver avuto fino ad allora il sostegno del Comune, della collettività, di politiche abitative vicine alle famiglie, mi sono rimaste in tutti questi anni come una “mano tesa” che, come ho ribadito più volte parlando di me e del mio impegno per il bene comune, mi sento dentro e ho voluto e voglio contraccambiare.
Ed è nell’associazionismo che ho trovato il mio primo grande amore e impegno per la comunità. Avvicinatomi non ancora maggiorenne come aiutante in una delle associazioni sportive del paese, solo qualche anno più tardi, quando questa associazione decise di lasciare Zola, insieme ad un gruppo ristretto di persone fantastiche, fui tra i fondatori di una nuova compagine che in pochi anni è divenuta una bellissima realtà sportiva del territorio e, per me, quasi una seconda famiglia.
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Partimmo con poche decine di iscritti e nessuna struttura; ma con idee, programmi e, ancora una volta il futuro in testa. E oggi questa associazione vanta centinaia di bambini e un assetto societario e tecnico qualificato e professionale, riconosciuto a livello regionale.
Tanti sono stati i risultati sportivi e sociali raggiunti; tante le soddisfazioni. Ma in particolare, cito orgoglioso il programma “AgevolaSport” che creai e introdussi per consentire anche a chi non aveva la possibilità economica di pagare le rette dei corsi, di iscriversi comunque, a rate calmierate o anche gratuitamente in taluni casi, perché tutti i bambini di fronte alla pratica sportiva avessero pari opportunità.
In parallelo c’era e c’è il lavoro. Dopo un anno di servizio civile, infatti, dove trascorsi una delle esperienze formative più belle e importanti della mia vita nella scuola materna di Bazzano (dove fui impegnato a sostegno delle insegnanti la mattina, e in cucina come lavapiatti, nel dopo pranzo), cominciai a lavorare nell’importante azienda manifatturiera in cui, tutt’oggi, sono.
Entrai ventunenne come operatore di macchina anche se, parallelamente, avevo ripreso gli studi presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Bologna con l’idea in testa di fare altro, innamorato del pensiero di “aiutare a conoscere, comprendere e fare”; ma presto mi furono date occasioni di ricoprire via via ruoli differenti come formatore tecnico aziendale, poi responsabile di una squadra di produzione, fino all’attuale ruolo di referente per l’ambiente, la salute e la sicurezza. .
Ruoli di crescente responsabilità, a cui ho affiancato per oltre un decennio (tre mandati consecutivi) quello di rappresentante sindacale, dove ho potuto vivere e far mio il valore della rappresentanza, dell’interesse comune, della tutela del diritto, del dovere e del lavoro, così come il sale della mediazione e dell’accordo. Ruoli completamente diversi per competenze e obiettivi che mi hanno permesso di accrescere e inspessire man mano il mio patrimonio professionale e non solo. Ma soprattutto, di maturare la convinzione che il futuro non capita, si crea e va costruito giorno dopo giorno con l’impegno, col lavoro e col pensiero che davvero, si può. Infine la politica. Ho cominciato a farla quasi dieci anni fa, in occasione del primo mandato Fiorini, con la convinzione che far politica sia occuparsi del bene comune, della collettività. E che questo sia tra i compiti più belli che una persona possa svolgere. Credo che alla politica, da politico, bisogna dare e non chiedere e penso di averlo dimostrato quando allora mi chiesero di mettermi in gioco e fare il Consigliere Comunale, poi di prendermi la responsabilità di Capogruppo, fino a poco più di un anno fa, quando il Sindaco mi ha chiesto di dare un’ulteriore mano chiamandomi in Giunta. Nella misura che potevo, là dove avevo consapevolezza di poterlo fare, ho sempre dato la mia disponibilità. Con umiltà e passione; con orgoglio e spirito di servizio verso qualcosa che per i miei valori e la mia educazione ritengo prioritaria: la mia e nostra Comunità.
Ecco, chi sono.
Davide


